Una premessa è doverosa: con questo articolo, non ho certo la pretesa di insegnare ai miei colleghi o a chi che sia, anche perché fin qui sono giunto dopo innumerevoli errori. Sarò semplicemente fedele al titolo: come preparo le mie lezioni di Storia.
Indice dei contanuti
ToggleScansione temporale della lezione ordinaria
Prima di passare ai contenuti della lezione ed agli aspetti cognitivi delle risorse didattiche, mi preme offrire una panoramica sulle varie fasi in cui suddivido la lezione che – come ovvio – non può esse tutta occupata dalla spiegazione o dall’attività didattica più in generale. C’è da dire anzitutto che le unità orarie dell’istituto in cui lavoro hanno una durata di 50 minuti; pertanto non potrò far altro che basarmi su questo tempo.
Ecco dunque come suddivido i 50 minuti della mia presenza in aula:
Adempimenti burocratici:
10 minuti
Verifica delle
attività svolte
15 minuti
Lezione
frontale
20 minuti
Ass.
attività
5 minuti
Ecco illustrata ogni fase nel dettaglio:
Adempimenti burocratici
Gli adempimenti includono mansioni ovvie, come cambio di aula, compilazione del registro ecc.; tuttavia, utilizzo questo tempo anche per valutare le attività svolte; in questo caso, scambio qualche minuto con la fase successiva.
Quasi sempre resta del tempo che utilizzo per fare un po’ di conversazione coi ragazzi, ma soprattutto, questi 10 minuti sono utili a loro per prendersi una piccola pausa distensiva, necessaria per:
- Rielaborare le informazioni della lezione precedente.
- Consentire il riposo mentale e prevenire l’affaticamento.
- Migliorare l’attenzione.
- Riduzione dello stress.
Ovviamente, con chi non fa buon uso di questo tempo, passo direttamente alla fase successiva.
Verifica delle attività svolte
Dedico questo tempo alla verifica delle attività assegnate nell’ultima fase della lezione precedente. Come si vedrà nei paragrafi successivi, possono consistere in:
- Analisi e commento di fonti primarie o secondarie, mirati allo sviluppo del pensiero storico.
- Quesiti a risposta aperta, mirati a rinforzare i concetti appresi e sviluppare il pensiero critico.
In genere chiamo a riferire uno o due alunni ad ogni lezione, secondo i seguenti criteri:
- Rotazione.
- Risultato delle attività precedenti.
- Eventuale necessità di dedicare parte di questo tempo a chiarire aspetti trattati nella lezione precedente.
I risultati di queste attività, uniti all’impegno nello studio, contribuiscono alla formulazione del giudizio finale.
Lezione frontale
Si tratta della metodologia didattiche che prediligo.
Leggi il mio articolo sulla lezione frontale: Un’antica arte per l’istruzione del domani.
Assegnazione attività
Dedico questo tempo ad illustrare le modalità di svolgimento delle attività assegnate che in genere vengono già introdotte durante la lezione frontale.
Se qualcosa va storto?
Le ragioni possono essere molteplici (interne o esterne alla classe): in questo caso, per me, la regola è una ed inviolabile: Ripetere la lezione ex novo durante l’incontro successivo. Non spezzo mai lezioni a metà.
Organizzazione delle risorse didattiche
Nel mio approccio alla didattica, dò la massima importanza all’organizzazione e alla struttura delle unità di apprendimento, per garantire un flusso d’insegnamento logico, coerente e facilmente assimilabile dagli alunni. Ho sperimentato – commettendo anche degli errori in tal senso – che una struttura ben definita facilita la comprensione, permettendo agli studenti di collegare facilmente le informazioni tra di loro e di costruire un quadro di apprendimento complesso e robusto. Sviluppo su 3 livelli la mia offerta formativa:
Livello 1: Unità Didattica di Apprendimento
L’UDA funziona come una cornice che racchiude vari argomenti correlati, fornendo un contesto e un senso di direzione per l’intero processo di apprendimento.
Livello 2: Argomento
L’UDA si compone di argomenti, con continuo riferimenti al quadro generale. Questa suddivisione aiuta gli studenti a comprendere come le parti si incastrino nel tutto, contribuendo la comprensione globale.
Livello 3: Lezione
Gli argomenti si compongono di lezioni. Queste sono la minima unità di insegnamento, progettate per essere erogate in circa 20 minuti. Questo limite di tempo è intenzionale, dato che diversi studi hanno dimostrato che la capacità di concentrazione degli studenti tende a diminuire dopo questo lasso di tempo. Strutturando le lezioni in questo modo, posso assicurarmi che ogni lezione sia compatta e densa di informazioni, ma allo stesso tempo sufficientemente breve da mantenere alta l’attenzione degli studenti.
Esempio:
UDA: Il Pieno Medioevo
Il Pieno Medioevo fu un periodo di significativi cambiamenti politici, economici e sociali in Europa. Questa UDA includerebbe una panoramica generale di questi cambiamenti e degli eventi chiave.
Argomento: Federico II: la cultura, il diritto e l’Impero
All’interno dell’UDA del Pieno Medioevo, un argomento potrebbe riguardare Federico II per esplorare il ruolo di dello Stupor Mundi come mecenate delle arti, legislatore rivoluzionario e sovrano del Sacro Romano Impero e del Regno di Sicilia. Durante le lezioni potrebbero essere approfondite tematiche come l’incidenza del suo regno sulla cultura medievale, la promulgazione delle Costituzioni di Melfi e le sue politiche imperiali. L’unità si potrebbe chiudere con una riflessione sull’importante eredità lasciata da Federico II.
Lezione: Le Costituzioni di Melfi
Una lezione, all’interno di questo argomento, potrebbe essere dedicata alle Costituzioni di Melfi, un codice legislativo promulgato da Federico II. In questa lezione si potrebbe analizzare il contesto storico della sua promulgazione, la struttura e il contenuto, sottolineando l’importanza delle leggi per la centralizzazione del potere. Come attività, si potrebbero analizzare e commentare alcuni articoli significativi e riflettere su come Federico II intendesse, in un certo senso, porre la legge addirittura al di sopra di sé stesso, in un universo sociale e politici in cui si dibatteva su chi – tra papa e imperatore – fosse il più importante.
Redazione delle risorse didattiche
Le risorse didattiche sono redatte secondo lo schema appena descritto, così da avere un unico file per ciascun argomento, suddiviso in lezioni. L’insieme dei file, ovvero, degli argomenti, andranno di volta in volta a comporre le UDA con la dovuta e necessaria flessibilità. In altre parole, realizzo e propongo una presentazione per ciascun argomento e non una presentazione per ciascuna lezione.
Ogni presentazione è così strutturata:
- Parte generale.
- Copertina: recante il titolo dell’argomento e un sottotitolo d’effetto che ne introduca le peculiarità.
- Panoramica sull’argomento: consiste in una pagina dove sono elencate tutte le lezioni, inclusa una brevissima descrizione. Facendo click su ogni singola lezione è possibile navigare il contenuto della presentazione. Questa slide servirà per introdurre l’argomento ed effettuare una panoramica in modo che l’alunno abbia una visione d’insieme, per poterlo meglio comprendere.
- Linea temporale dell’argomento: una linea temporale che collochi nel tempo i principali eventi; servirà da rinforzo alla spiegazione precedente.
- Loop delle lezioni:
- Titolo della lezione.
- Contenuto della lezione (approfondito nei paragrafi che seguono).
- Fonti.
- Attività.
Il template
Per le mie presentazioni ho definito un template, con estrema precisione che mi consente di ottimizzare i tempi di redazione, concentrandomi solo sul contenuto della lezione. Il template consente anche agli studenti di familiarizzare con le risorse, rendendo più immediato l’orientamento, la ricerca di informazioni e la consultazione. Ecco dunque le slides del mio template:
1. Copertina
Lo spazio di sinistra è stato pensato per collocare un’immagine significativa dell’argomento, mentre a destra sono riportati nell’ordine:
- immagine significativa delle lezione,
- titolo,
- sottotitolo.
2. Panoramica delle lezioni
Ogni voce si compone dei seguenti elementi:
- immagine significativa delle lezione,
- titolo,
- sottotitolo.
Ogni blocco è collegata, tramite un link, alla slide iniziale della relativa lezione.
3. Linea temporale
Supporta singole date e periodi delimitati da 2 date.
La casella di testo contiene semplicemente il titolo dell’evento che verrà brevemente argomentato.
4. Titolo della lezione
Il titolo della lezione ripropone gli stessi elementi di Panoramica delle lezioni, nell’ordine:
- immagine significativa delle lezione,
- titolos,
- sottotitolo.
Rispetto alla panoramica, viene aggiunta una didascalia all’immagine.
5. Parte di contenuto
Consente di sviluppare e proporre il contenuto vero e proprio della lezione, suddiviso in parti.
Oltre al titolo sono presenti:
- testo di paragrafo,
- frecce di collegamento,
- caselle di testo per costruzione di mappe concettuali.
Maggiori dettagli in: Testo di supporto alla spiegazione.
6. Media
Supporta l’inserimento di immagini, video ed altri media, come testi navigabili, documenti ecc.
A destra, se opportuno possono essere inseriti:
- data o periodo di riferimento,
- concetto chiave, titolo del media,
- descrizione o didascalia.
Il testo di supporto alla spiegazione
Anche se mi è davvero difficile addurre a ciò delle convincenti e spiegazioni pedagogiche, sostengo – o almeno mi piace pensarlo – che il docente sia l’attore fondamentale della lezione; pertanto si: il testo della presentazione è solo un contenuto di supporto alla spiagazione.
Il riferimento è alla slide numero 5 del template.
Nel testo i concetti vengono esposti in forma immediata ed essenziale, tenendo conto dei seguenti aspetti:
- Variazione del lessico ed utilizzo di lessico specifico, non solo riferito alla disciplina, ma anche all’esposizione generale.
- Utilizzo di tutte le forme di interpunzione.
- Utilizzo di diverse soluzioni grammaticali.
- Flusso logico e collegamento dei concetti.
Per facilitare la comprensione del testo, senza rinunciare all’obiettivo di potenziare l’esposizione, utilizzo alcuni elementi di formattazione. Ad esempio:
- Date o Periodi di tempo.
- Nomi di personaggi.
- Nomi di luoghi.
- Concetti chiave.
I media utilizzati
Tengo fortemente a precisare che durante le mie lezioni non utilizzo media didattici, prodotti da altri docenti o content creator: in nessun caso. I media che integro alla mie presentazioni riguardano esclusivamente:
- Documenti storici (testi, immagini, video).
- Mappe storiche, incorporate dall’atlante storico Geacron o prelevate da altre librerie di cui probabilmente vi parlerò in un altro articolo.
- Immagini di opere d’arte.
- Articoli di critica.
Documenti esterni
Durante la presentazione, mi capita a volte di ricorrere all’utilizzo di file esterni per integrare la lezione con documenti, fonti ed altre risorse (ancor più nelle lezioni di letteratura italiana). In questo caso li richiamo all’interno della presentazione, utilizzando un link esterno: ciò mi permette di aprirli e navigarli direttamente attraverso i pulsanti del mio telecomando per mostrarli alla classe, senza dover tornare al computer.
Software ed altri aspetti tecnico-didattici
Non utilizzo i tradizionali software di presentazione: nessun PowerPoint, nessun Keynote… niente Prezi. La mia scelta ricade su un linguaggio più flessibile e soprattutto accessibile, ovvero l’HTML. Questo approccio offre molteplici vantaggi, specialmente considerando il mio handicap visivo: mi consente infetti, in parole molto semplici, di inserire contenuti senza vedere, offrendo ai miei alunni presentazioni ad alto impatto visivo.
Sostengo tuttavia che ancor prima dell’impatto visivo, gli alunni debbano abituarsi ad acquisire padronanza con il testo: in assenza di bisogni speciali, infatti, l’abuso di schemi, mappe concettuali, elenchi ecc. in una disciplina come la Storia, potrebbe inibire, nel tempo, le capacità di comprensione, lo sviluppo di un lessico appropriato, nonché favorire la persistenza di lacuna in ambito ortografico e grammaticale. Approfondirò di certo questo mio pensiero in altra sede: ora basti sapere che questa prospettiva ha influito molto anche sul lato tecnico.
Come fa tutto questo a supportare il mio handicap visivo? L’HTML è notoriamente un linguaggio di markup che rispetta gli standard di accessibilità. Questo significa che posso personalizzare le mie presentazioni in modo che siano accessibili a me stesso e ai miei alunni, indipendentemente dalle sfide visive che potremmo incontrare. Inoltre, questo approccio mi permette di condividere i contenuti in maniera estremamente semplice: ad esempio attraverso un singolo link che può contenere al suo interno diversi parametri, come, ad esempio, un filtro di contenuti orientato ad alunni con programmazione semplificata. All’interno delle slide è presente un pulsante che attiva una sintesi vocale interna per facilitare la lettura ad alunni con Dislessia, ma anche a coloro che semplicemente apprendono meglio ascoltando il testo.
Nel tempo, sin da quando ero studente, ho costruito una sorta di archivio digitale multimediale che arricchisco di volta in volta da varie fonti. Questa banca dati comprende video, immagini, testi, documenti storici, tutti rigorosamente e puntualmente descritti che utilizzo e riutilizzo di volta in volta, all’interno delle presentazioni proposte. Questi elementi hanno una duplice funzione.
- Utilizzare la memoria visiva a supporto del processo di apprendimento.
- Fornire fonti e prospettive sugli eventi studiati.
Quanto alle mappe concettuali, utilizzo le librerie JavaScript di Mermaid che consentono di inserire mappe semplicemente attraverso un linguaggio di markup che poi integro alla mia presentazione HTML.
Non mancano le animazioni: fondamentali per puntare il focus sulla spiegazione in corso.