La scuola è un luogo di crescita e di scoperta che purtroppo – a volte – per le mille ragioni che tutti conosciamo, si trasforma in un ambiente caotico e frenetico.
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ToggleLa scorsa settimana ho anch’io deciso di introdurre in aula l’ascolto della musica classica perché penso possa offrire ai miei alunni uno spazio mentale per rigenerarsi, un momento per raccogliersi e prepararsi ad affrontare la lezione con una mente più calma e predisposta all’apprendimento. Non si tratta ovviamente di un’idea nuova: molti insegnanti nel mondo la utilizzano con risultati sorprendenti.
Perché ho introdotto in aula la musica classica?
Come già detto, l’uso della musica in aula non rappresenta una novità, ma una prassi consolidata che si è dimostrata efficace in molti contesti educativi. L’introduzione della musica classica durante i momenti di transizione in classe non è solo un espediente per riempire il silenzio, ma un vero e proprio strumento per canalizzare l’energia degli studenti. Durante queste pause, la musica diventa un’ancora emotiva che può aiutare a ridurre la distrazione, favorendo la concentrazione, creando in presupposti all’empatia e migliorando l’atmosfera generale.
Educatori e neuroscienziati da anni sostengono che la musica possa avere un impatto positivo sull’apprendimento e sul benessere emotivo. Il mio obiettivo è trasformare i momenti che solitamente si perdono tra una lezione e l’altra in spazi di autentica rigenerazione mentale. La mia speranza è che questi brevi istanti di armonia possano rappresentare una pausa significativa, uno spazio per rallentare e riflettere, per poi riprendere le attività con maggiore lucidità e serenità.
Quali brani ho scelto e perché
Ogni brano che ho scelto dovrebbe avere una qualità specifica che ritengo adatta a influire positivamente sugli alunni. Il Canon in C di Pachelbel è stato il primo pezzo che ho deciso di introdurre nella mia 1B; sono infatti dell’idea che la sua struttura ripetitiva crei un ciclo mentale rassicurante, perfetto per momenti in cui serve una calma diffusa. Per portare un tocco di vivacità positiva ho poi pensato a Primavera di Vivaldi con la sua energia capace di infondere ottimismo, senza agitare.
Per i prossimi giorni la playlist è ancora in fase di compilazione. Le Suite per violoncello di Bach dovrebbero offrire una profondità che riesce a creare un’atmosfera avvolgente e rassicurante, mentre il Clair de Lune di Debussy è stato inserito per la sua capacità di evocare immagini serene, favorendo un rilassamento mentale che è fondamentale prima di affrontare nuove sfide.
Si tratta comunque di un esperimento per me: non è detto che dia i risultati attesi.
Come e quando utilizzo la musica
No: non utilizzo la musica classica durante la spiegazione o durante le interrogazioni.
La utilizzo nei momenti in cui non è richiesta un’attività cognitiva: mentre firmo il registro o preparo le risorse da proiettare. Questi momenti spesso vengono trascurati, ma possono essere preziosi per migliorare la qualità complessiva della lezione.
Durante questi istanti, la musica riempie l’aria e gli studenti sono liberi di chiudere gli occhi, lasciarsi cullare dal suono o semplicemente ascoltare senza impegno. In questo modo, auspico si creino delle parentesi di benessere che permettono agli alunni di ricaricare le energie e di prepararsi per affrontare il resto della giornata con maggiore serenità.
Perché dovrebbe funzionare
L’introduzione della musica in classe non si basa ovviamente su una mia intuizione, ma su dati concreti e studi scientifici. La teoria del Mozart Effect suggerisce che l’ascolto della musica classica possa migliorare temporaneamente le capacità cognitive, come il ragionamento spaziale. Sebbene alcune ricerche abbiano ridimensionato questo effetto, rimane il fatto che la musica classica spinga verso un’influenza positiva sullo stato emotivo e mentale di chi ascolta.
Uno studio dell’Università di Stanford ha dimostrato che l’ascolto di musica classica può migliorare la gestione dell’attenzione grazie alla risposta del cervello ai cambiamenti ritmici (Stanford Medicine, 2007). Un’altra ricerca di Jäncke (2008) evidenzia come la musica sia in grado di ridurre lo stress e migliorare la concentrazione, specialmente in ambienti educativi.
Per ora non posso scrivere di più. Ho appena iniziato e neppure in tutte le classi… Vedremo cosa accadrà.