La sezione di Macerata dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è già alla quinta esperienza nella realizzazione di questa straordinaria iniziativa.
Ma cos’è la cena al buio? è una cena normale, come tutte le altre, con la sola differenza che la sala è completamente buia e tutti i camerieri sono non vedenti. Le persone che vi partecipano entrano in sala senza mai aver visto la dislocazione dei posti, trovandosi così a dover mangiare e relazionarsi in un contesto completamente sconosciuto.
Le cene al buio hanno l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico alle problematiche dell’handicap visivo e di offrire un’esperienza indimenticabile a chi ogni giorno si misura con l’immagine e con la luce!
L’ultima di queste iniziative è stata voluta dagli amministratori della provincia di Macerata e si è svolta in data 16 maggio 2008 presso l’Agriturismo I Valeriani a Piediripa di Macerata.
L’UICI di Macerata ha organizzato la cena nei minimi particolari: ha contattato il ristorante, scelto il menù, ed oscurato la sala, avvalendosi dell’aiuto di un falegname professionista, soprattutto per quanto riguarda la predisposizione di supporti in legno necessari per la realizzazione di tende che hanno permesso il totale oscuramento della sala da pranzo.
Prima della cena i menù stampati in nero e in braille, i depliant e l’informativa relativa ai servizi offerti alla Provincia a favore dei disabili sensoriali sono stati distribuiti agli invitati nell’atrio dell’agriturismo.
Il Presidente dell’UICI Macerata Giuseppe Giampieri ha presentato brevemente l’iniziativa e ha invitato i commensali a spegnere i cellulari e togliere gli orologi con i quali sarebbe stato facile illuminare le sale e quindi orientarsi.
Durante l’ingresso nella sala da pranzo, i partecipanti sono stati divisi in gruppi di 4. Ciascun gruppo è stato accompagnato ai tavoli da un cameriere non vedente che ha guidato i partecipanti, disposti in fila indiana, sino al tavolo, dopodichè lo stesso cameriere ha indicato a ciascuno dei 4 il proprio posto a sedere, facendo toccare la rispettiva sedia con una mano.
Tra l’entrata del ristorante e la sala da pranzo è stata allestita una stanza intermedia per evitare che la luce penetrasse dall’esterno durante l’entrata dei partecipanti.
Una volta entrati gli invitati, il Presidente della nostra associazione ha fornito informazioni tecniche riguardanti la disposizione del coperto sulla tavola ed istruzioni per riconoscere l’acqua liscia da quella gassata, per la quale è stato collocato un elastico sul collo della bottiglia.
Ogni tavolo aveva 2 camerieri non vedenti di riferimento ai quali ci si poteva rivolgere in caso di necessità (ad esempio bisogno di pane, acqua, vino ecc., per uscire dalla sala e recarsi alla toilette, o per chiedere informazioni e curiosità sull’affascinante mondo dei non vedenti e degli ipovedenti).
La cena è iniziata con un antipasto all’italiana già servito a tavola e si è protratta per due ore, nell’arco delle quali sono stati serviti due primi (penne all’arrabbiata e ravioli con funghi e tartufo), un secondo servito insieme al contorno (arrosto misto e frittura mista) ed infine il dolce (zuppa inglese).
Infine, la sala è stato illuminata gradualmente per consentire ai partecipanti di abituarsi alla luce, dopo 2 ore di oscurità. Alla fine, sono stato consumati il caffè e l’amaro nella sala illuminata, in un’atmosfera di convivialità dove i partecipannti hanno commentato l’esperienza appena vissuta.