Entrando nel luogo dove, nei pressi di Dachau, fu approntato nel 1933 un campo di concentramento, trasformato nel 1939 in campo di sterminio, ho potuto guardare con gli occhi miei in modo diretto ed incisivo questi drammatici posti e quelle scene sconcertanti dove, nel periodo della seconda guerra mondiale, furono sterminate più di 300.000 persone tra ebrei ed internati. Anche se già conoscevo bene queste orribili strutture, anche se già ero ben preparato, non so perché, di primo acchito ho provato quasi una vergogna per l’impotenza mia di fronte ad un tale massacro; questa strana emozione, durante la mia visita al campo, si andava trasformando in una rabbia viva, vedendo il contrasto tra la natura tranquilla e quei formi crematori che sembravano villette di campagna, in un profondo sconforto, ma anche in un sincerissimo rispetto per le migliaia di vittime brutalmente ammazzate qui e in posti malvagi come questo.
Io mi domando: quale pensiero, quale idea entrava nella testa delle persone che hanno voluto tale strage, cosa pensavano di ottenere ammazzando e distruggendo i corpi di bambini, donne, uomini, senza alcuna pietà? ma nonostante tale strage, oggi l’uomo ancora non si ferma e continua tuttora a perseguitare ed ammazzare gente come, ad esempio, sta avvenendo in questi ultimi mesi nel Kossovo.