Mi contatta, qualche mese fa, una mia ex studentessa dell’Università di Macerata per chiedere supporto alla stesura della una tesi di un master di II livello che stava frequentando. Ovviamente, non posso rivelare l’ateneo, né l’argomento dell’elaborato, ma solo dire che riguardava aspetti didattici in età adolescenziale.
Indice dei contanuti
ToggleLe consegno la prima parte del lavoro che avrebbe sottoposto al giudizio della sua relatrice, la quale, valutato il testo, lo riconsegna alla mia cliente con alcune correzioni, tra le quali vi era l’indicazione tassativa di non utilizzare la parola alunni per descrivere ragazzi dai 14 ai 18 anni, bensì la parola studenti.
Non è la prima volta che incorro in indicazioni di questo genere. Inoltre, ciò che sto per scrivere, sembrerà una banalità per alcuni colleghi, ma anche durante il mio lavoro di docente, vedo spesso una grande confusione nell’utilizzo di questo termini.
Tutti sappiamo che nel vasto universo della lingua italiana, vi sono parole apparentemente sinonimiche che in vero racchiudono sfumature e significati diversi. Alunni, studenti, allievi, discenti… Quali sono le differenze di significato? Qual è la Storia di ciascuna di queste parole?
Alunno
Derivante dal latino alumnus, figlio nutrito od educato, è generalmente utilizzato per descrivere i giovani che frequentano la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria (di Primo e Secondo Grado). Il termine implica infatti un rapporto di tutela tra l’istituto scolastico e il giovane apprendista che impone ai docenti di assumere nei suoi confronti anche un ruolo educativo. Questa è la ragione principale per cui la posizione di alunno non va mai, in nessun caso, confusa con quella di studente. Il corrispondente termine inglese è certamente pupil che deriva dal latino pupillus, indicante un fanciullo, un minore sotto tutela.
Studente
Dal latino studens (participio presente del verbo studere), ovvero studiare, applicarsi, dedicarsi, fa riferimento a coloro che intraprendono un percorso di istruzione superiore, come l’Università. Il termine sottolinea l’approccio attivo e autodiretto all’apprendimento. In inglese, il termine corrispondente è ovviamente “student”, con un’accezione molto più ampia che talvolta, in alcuni contesti culturali, include anche i giovani alunni delle secondarie.
Allievo
Dal latino allevius, a sua volta dal verbo allevare. È un termine che può riferirsi a chiunque apprenda da un maestro, da un insegnante, ma anche da un mentore, generalmente fuori dal contesto scolastico. Viene utilizzato per indicare una relazione piuttosto stretta e personale tra l’insegnante e l’apprendista; per esempio, un maestro di arti marziali potrebbe avere numerosi allievi, ognuno dei quali riceve istruzione e orientamento personalizzati. In tali casi, il termine sottolinea il fatto che l’apprendimento è un processo collaborativo. L’equivalente inglese più vicino potrebbe essere “trainee”.
Discente
Questo termine, considerato un po’ formale e datato, deriva dal verbo latino discere, ovvero apprendere. Può riferirsi a qualsiasi persona che apprenda, indipendentemente dal livello di istruzione. In questi ultimi anni è tornato in uso nel contesto della formazione a distanza. In inglese, il termine learner è probabilmente l’equivalente più adatto, sebbene discente, in italiano, abbia un tono più formale.
In conclusione
Ogni termine ha la sua storia, e le loro radici etimologiche ci offrono un viaggio affascinante nel tempo, permettendoci di capire come i concetti di apprendimento e educazione siano cambiati nel corso dei secoli.
Indipendentemente da come scegliamo di definirci – che siamo alunni, studenti, allievi o discenti – è il nostro impegno e la nostra curiosità che ci guida lungo il percorso della conoscenza.